mercoledì 16 gennaio 2013

Elezioni 2013 #2: criteri di minima per la scelta

Dopo la prima veloce e superficiale carrellata di qualche giorno fa, provo ad individuare alcuni criteri generali che mi guideranno nell'orientamento.
Sempre in attesa dei contenuti, cioè dei programmi che le diverse forze politiche intendono portare avanti.
Non valgono facili battute, tipo "così non ti resta nessuno".  La scelta verrà fatta valutando e pesando criteri e proposte.

1) Non voglio condannati, inquisiti, indagati o imputati in lista. 
Punto. C'è poco altro da aggiungere se non qualche ragionamento sugli inquisiti e compagnia: da un lato c'è la presunzione di innocenza, dall'altro troppe volte in passato questa è stata usata per candidare gente impresentabile ed evitarle le patrie galere.
Dirimente è la volontà, da parte del partito, di dare un segnale di svolta rispetto al recente passato: non è che se non si viene candidati si muore. 
No, la vita continua e si può tornare a fare il proprio lavoro, affrontare i propri problemi con la giustizia, magari risolveri positivamente e al prossimo giro presentarsi immacolati.
Resta il problema di saperlo se un candidato è indagato, condannato, ecc... Ma per fortuna le fonti non mancano.

2) La scelta dei candidati va fatta attraverso le primarie.
A prescindere dalla legge elettorale, di cui parleremo in una prossima puntata, ritengo importante che i candidati a premier, parlamentare, sindaco, presidente di vario livello e consigliere di vario livello, siano scelti attraverso le primarie.
Ma quali candidati? Solo gli iscritti al partito o anche esponenti della società civile che si riconoscono nei valori fondanti del partito pur senza esserne iscritti?
La seconda che ho detto: è ormai improrogabile il momento in cui i partiti aprano seriamente alla società civile, perchè hanno smarrito la loro "mission" e vivono troppo avulsi dalla realtà
E devono essere candidati del territorio. Niente paracadutati.
Altro punto importante: la "classifica" che esce dalle primarie va rispettata al 100%. Al massimo posso concedere che venga inserita quale capolista una figura forte di testimonianza, purchè sia espressione del territorio di appartenenza.


3) Quindici anni, poi fuori dai... giochi.
Ma attenzione, non quindici anni al Consiglio Comunale, poi quindici alla Regione, poi quindici alla Camera e poi quindici al Senato. No, così sono 60 anni. 
Al massimo due mandati amministrativi (Comune, Provincia, Regione) + un mandato politico (Parlamento italiano o europeo). O vice-versa.
Quindici anni di servizio per il tuo paese. Sono già tanti. Poi torni al tuo lavoro.

4) Bilancio del partito / movimento pubblico e certificato.
Non risolverà il problema dei vari Fiorito & c. ma sempre meglio della totale libertà di cui godono ora. 
I partiti hanno un ruolo pubblico e in questa veste hanno, secondo me, l'obbligo morale di rendere pubblci i propri bilanci. E certificarli.

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