mercoledì 21 aprile 2010

Il maestro padano


Le recenti elezioni regionali ci hanno fatti diventare padani. Facciamocene una ragione. Non siamo più piemontesi ma padani.
E così i discendenti di Attila, tra un rito celtico, un dito medio e un'ampolla, si preparano a modificare la Regione e il Paese.
Anche nella scuola.
Pare infatti che i maestri padani siano più alti, più belli e più biondi. Non ci sono ancora riscontri sulle "puppe a pera" ma i soliti bene informati sostengono senza ombra di dubbio che i maestri padani maschi siano più virili e le femmine più procaci.
Insomma, di fronte a cotanta abbondanza di qualità positive, di fronte a cotali meriti "professionali", non si può far altro che assegnare loro un numero maggiore di punti in graduatoria.
Si, perchè questa è la proposta che ha fatto il neoconsigliere regionale Mario Carossa, della Lega Nord: punti in più o in meno in base alla residenza.
Qualcuno, a questo punto, si potrebbe chiedere: ma il fatto di essere professionalmente preparati non è più indispensabile? Un incapace piemontes... ops, scusate, piemon-padano potrebbe avere più punti di un bravissimo insegnante che però ha la residenza in Sicil-terronia o comunque aldilà del Po?
Se lo chiede anche Paola Pozzi, Responsabile Area Dipartimentale Scuola e Università PD Piemonte, ma soprattutto una signora che ha dedicato la sua esperienza politica al mondo della scuola. E quindi ne sa parecchio, in materia.
Questa è la sua dichiarazione di qualche giorno fa.
Leggo sulla Stampa le dichiarazioni del neoconsigliere Carossa circa l’intenzione sua e del suo partito di modificare i criteri per le graduatorie degli insegnanti introducendo un fattore di discriminazione positiva (più punti) per i residenti in Piemonte. Mi domando e gli domando:
1) da quando la Regione è competente nel definire i criteri per le graduatorie degli insegnanti, dipendenti statali?
2) sono queste le intenzioni di Carossa e della Lega quando parlano di federalismo? Vogliono in realtà un Piemonte autarchico anche nella gestione di un sistema importante e delicato come quello scolastico?
3) non ritiene Carossa che per un bene di tutti e prezioso come la scuola sarebbe utile un approccio più meditato, attento alla valorizzazione dei docenti, alla loro qualificazione più che alla loro residenza? O ritiene che sia quest’ultima a determinare le capacità e le competenze di cui hanno bisogno la scuola e gli studenti?
Paola Pozzi

Io ci ho un pò scherzato sopra, ma la situazione sta diventando veramente tragica... bisogna fermare gli Unni prima che saccheggino tutto quello che resta di un determinato modello di società. Non c'è più tempo da perdere!

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