mercoledì 17 dicembre 2008

Tremonti, il PD, la scuola privata e la laicità dello Stato



(questo post, compresa l'immagine, è "fortemente ispirato" all'articolo di Marco Travaglio "L'Onda nero-porpora", pubblicato sull'Unità del 15 dicembre 2008. Articolo che condivido pienamente e che invito tutti a leggere qui).
Devo ammettere che sono sempre più spiazzato dal mio partito, il PD (sto parlando, per fugare dubbi, dei vertici nazionali. Non mi riferisco alla base e al mio coordinamento territoriale). Ma forse sono io che mi sono fatto troppe illusioni.
Circa una settimana fa, Tremonti, sempre a caccia di soldi a causa della crisi finanziaria e dei folli sperperi su Alitalia e sull’Ici, aveva tagliato di un terzo (133 milioni su 540) i contributi alle scuole private “paritarie”, quasi tutte cattoliche. Poi i vescovi hanno protestato, minacciando di “scendere in piazza” con un’Onda nero-porpora. E in cinque minuti l’inflessibile Tremonti s’è piegato, o forse sarebbe meglio dire "genu-flesso", restituendo quasi tutto il malloppo (120 milioni su 133).
Inutile ricordare che la Legge 133/2008 (art. 64 comma 6) taglia circa 8 miliardi di euro in tre anni alla scuola pubblica. Diconsi 8.000 milioni - OTTOMILAmilioni, cioè 60 volte tanto i tagli inizialmente previsti per la scuola privata.
Inutile anche discutere sulla costituzionalità della legge 62/2000 (varata da un governo di centrosinistra) che regala mezzo miliardo di euro l’anno alle scuole private, in barba alla Costituzione che riconosce ai privati il diritto di creare proprie scuole, ma “senza oneri per lo Stato”.
Qui c’è un Paese allo stremo, dove si taglia su tutto, a partire da scuola pubblica, università pubblica, ricerca pubblica, pubblico impiego. E le scuole private che sono finanziate grazie ad una legge che se ne fotte della Costituzione? Non se ne può nemmeno discutere.
Non solo il PDL ha obbedito senza fiatare al “non possumus” vescovile (e in fondo non mi aspettavo una levata di scudi), ma quello che trovo grave è che il PD non abbia detto una parola contro la sacra retromarcia tremontiana.
Anzi, il ministro-ombra dell’istruzione Mariapia Garavaglia ha addirittura presentato al Senato una mozione per “l’immediato ripristino dei 133 milioni al fondo scuole paritarie”, e per l’aumento dello stanziamento in base alle promesse “del precedente governo”. Mozione firmata anche dai senatori PD Rusconi, Bastico, Ceruti, Serafini, Soliani, Pertoldi e Vita, in nome di un imprecisato “diritto costituzionale”.
Le finalità dichiarate sono nobilissime: evitare danni agli asili, che specie nei piccoli comuni sono esclusivamente privati. E mi può anche stare bene, sotto certi aspetti.
Ma come mai i demos non sono stati minimamente sfiorati dal pensiero di recuperare altrove le risorse necessarie?
Dove? Per esempio ritoccando il regime fiscale degl’immobili del clero che, anche quando dichiaratamente a scopo commerciale, in Italia sono esentasse!!!. Certo, la cosa avrebbe suscitato non un'onda ma uno "tsunami" vaticano di protesta.
Ma sarebbe bastato prendere in parola il fondamentale discorso del Papa, sul valore decisivo - per lo Stato e per la Chiesa - della separazione Stato-Chiesa. Cioè della laicità delle nostre istituzioni. Discorso fatto non più di tre giorni fa.
Non si tratta di tornare al vetero-anticlericalismo ottocentesco. Basta ricordare quel che scrisse un cattolico doc come Alcide De Gasperi, nel 1952, a Pio XII, quando il Papa gli revocò l’udienza privata nel trentesimo anniversario del suo matrimonio. De Gasperi si era opposto al diktat vaticano di allearsi con i fascisti alle elezioni comunali di Roma:
“Come cristiano accetto l’umiliazione, benchè non sappia come giustificarla. Come presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, la dignità che rappresento e della quale non possono spogliarmi neppure nei rapporti privati, m’impongono di esprimere lo stupore per un gesto così eccessivo”.
Parole sante, e durissime. C’è qualche politico italiano, a destra o a sinistra, che oggi saprebbe ripeterle?
Alla luce di tutto questo vorrei che il mio coordinamento territoriale prendesse una posizione netta e inequivocabile su questi punti (se necessario dopo una discussione che coinvolga tutti i membri). Mi farebbe molto piacere che si arrivasse ad un documento da spedire ai nostri dirigenti nel quale ricordiamo loro i valori delle istituzioni pubbliche e della laicità dello Stato. Perchè mi sembra che se li stiano un pò dimenticando.

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