giovedì 21 ottobre 2010

Padania non fa rima con ambiente

Lo scorso anno, di questi tempi, il Comune di Torino aveva lanciato un bando molto interessante per incentivare i propri dipendenti all'utilizzo dei mezzi pubblici: il 55% del costo dell'abbonamento annuale lo pagava la Città.
Questo era possibile grazie al finanziamento di circa 500.000 euro da parte della Regione Piemonte, allora guidata dal centrosinistra.
L'iniziativa aveva riscosso un successone tra i "sudditi" del Chiampa. E l'amministrazione comunale era venuta ulteriormente incontro ai suoi lavoratori permettendo loro di pagare la quota a proprio carico (il 45%) in quattro comode rate trattenute in busta paga: per i primi quattro mesi dell'anno il comunale si vedeva trattenere circa 40-50 euro al mese dallo stipendio (un pò di più per gli abbonamenti extra-urbani). Praticamente non se ne accorgeva.
E aveva l'abbonamento annuale ai mezzi pubblici a partire dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2010.
E non prendeva più l'automobile (oppure la usava di meno).
E traffico e aria, un pò, ne avevano giovamento.
Erano piccoli segnali, di certo non in grado da soli di migliorare la qualità della vita, ma che potevano essere un esempio virtuoso che altri avrebbero potuto seguire.

Poi il vento padano ha soffiato sul Piemonte. La nuova giunta ha fatto i suoi conti e ha deciso di tagliare, tagliare e tagliare perchè c'è la crisi, perchè qui e perchè lì. 
A parte qualche distrazione, perchè con gli amici bisogna sempre essere riconoscenti, avrà avuto i suoi buoni motivi.
Di fatto, però, anche questi pochi spiccioli (il bilancio di previsione in termini di cassa per l'anno 2010 della Regione Piemonte pareggia a 21.874.670.106 euro) che servivano a finanziare gli spostamenti ecologici dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni sono finiti nel cesso.

Ad oggi pare che il Comune di Torino abbia fatto richiesta alla Regione di rivedere le sue politiche e rifinanziare il bando per il contributo all'abbonamento annuale.
Vedremo se il vento padano cambierà direzione.

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