Trovato su Facebook, lo faccio mio e pubblico. Perchè non si dimentichi mai.
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All'una circa del 6 dicembre 2007 la linea 5 dell'acciaieria ThyssenKrupp di Torino prende fuoco. In pochi istanti si scatena l'inferno. Muoiono sette operai: il primo sul colpo, l'ultimo dopo ventiquattro giorni di agonia. È una tragedia che risveglia d'improvviso la città e che tocca nel profondo l'Italia intera, in cui le "morti bianche" hanno smesso da tempo di fare notizia. Potrebbe venire la tentazione di raccontare l'incidente come il complotto di un fato cinico ma non è così: quella tragedia non è stata una disgrazia. È figlia della ricerca del profitto a ogni costo, di una burocrazia ottusa e inutile, di leggi sulla sicurezza tanto buone sulla carta quanto ignorate nella quotidianità.
6 DICEMBRE 2008 NOI NON DIMENTICHIAMO
UN MINUTO DI SILENZIO (quando si vuole, durante l'arco della giornata) PER LE VITTIME DEL ROGO DELLA THYSSENKRUPP E PER TUTTI I MORTI SUL LAVORO
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All'una circa del 6 dicembre 2007 la linea 5 dell'acciaieria ThyssenKrupp di Torino prende fuoco. In pochi istanti si scatena l'inferno. Muoiono sette operai: il primo sul colpo, l'ultimo dopo ventiquattro giorni di agonia. È una tragedia che risveglia d'improvviso la città e che tocca nel profondo l'Italia intera, in cui le "morti bianche" hanno smesso da tempo di fare notizia. Potrebbe venire la tentazione di raccontare l'incidente come il complotto di un fato cinico ma non è così: quella tragedia non è stata una disgrazia. È figlia della ricerca del profitto a ogni costo, di una burocrazia ottusa e inutile, di leggi sulla sicurezza tanto buone sulla carta quanto ignorate nella quotidianità.
6 DICEMBRE 2008 NOI NON DIMENTICHIAMO
UN MINUTO DI SILENZIO (quando si vuole, durante l'arco della giornata) PER LE VITTIME DEL ROGO DELLA THYSSENKRUPP E PER TUTTI I MORTI SUL LAVORO
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