Essendo chiamato in causa direttamente, come genitore, mi sto informando su quello che sta succedendo intorno alla scuola primaria.
Nel passato ci sono state riforme e controriforme, ma almeno ad un punto fermo si è arrivati: il tempo pieno di 40 ore e più di un maestro per classe (in genere 2) . Ed è un sistema che funziona se, come pare, la scuola primaria italiana è portata a modello nel resto del mondo (lo dice l'OSCE, non io!).
Ora è in corso di discussione nelle aule parlamentari il Decreto 137/08, del ministro Gelmini, che si impone come una svolta radicale per la scuola primaria. E, ahimè, in peggio. Molto peggio.
Vediamo perchè.
Per prima cosa il metodo: un decreto legge. Qual è l'urgenza? Razionalizzare! Quindi tagliare. Ma non era questa l'urgenza che pensava il legislatore quando ha istituito il decreto legge. Si pensava a calamità naturali, guerre, catastrofi. Non a risparmiare soldi! Per quello ci sono le leggi ordinarie, che bastano e avanzano.
Ma tant'è... il decreto ormai c'è e ce lo teniamo. Veniamo quindi ai contenuti.
All’articolo 4 (l'unico che parla di scuola primaria) si legge:
“Nell'ambito degli obiettivi di razionalizzazione… e' ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali.
Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una piu' ampia articolazione del tempo-scuola.“
Ora, il Ministro dice che garantirà il tempo pieno (40 ore), anzi, lo aumenterà del 50%. E' una palla!!!
Il decreto parla chiaro: lo Stato copre 24 ore con un'unico insegnante.
Mi metto nei panni di quest'unico insegnante che, tra l'altro, sempre grazie alla "razionalizzazione" si troverà con 30 bambini in classe, mentre ora il massimo è di 24-25 senza casi di handicap.
Come si fa a tenere buoni 30 scalmanati insegnando loro italiano, matematica, storia, geografia, scienze, educazione all'immagine, musica, informatica, inglese (più l'incognita religione); e poi le uscite didattiche, le gite, ecc... il tutto in 24 ore?
O è Mandrake oppure non ce la può fare!!! Il risultato è inevitabilmente una riduzione delle competenze dei bambini e della qualità dell'insegnamento.
Non solo. Con il maestro unico saranno abolite le compresenze (ovvio). Ma le compresenze venivano usate per dividere la classe e farla lavorare in gruppetti in modo che i maestri potessero dedicare un pò più di tempo a chi è in difficoltà e aiutarlo così a recuperare rispetto al resto della classe. Fine!
Sei un somaro? Sugnu c...i tua!!!
E delle rimanenti 16 ore che vanno a completare le 40 di tempo pieno?
Rileggendo l'art. 4 del decreto delle rimanenti 16 ore non c'è traccia. C'è scritto nero su bianco 24 ore, con l'aggiunta che nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una piu' ampia articolazione del tempo-scuola.
Di quanto è questa più ampia articolazione??? Non c'è scritto che saranno garantite le 40 ore! Non c'è scritto nulla!!!
Quindi, realisticamente, potrebbe succedere che, a seconda delle risorse (umane ma soprattutto economiche) dei singoli circoli/plessi scolastici, si verifichi una di queste situazioni:
1. I bambini saranno a casa alle 13,00
oppure
2. Se proprio non ci si può permettere di avere il bambino a casa alle 13 e se ci sarà una sufficiente richiesta da parte delle famiglie, allora ci sarà un doposcuola, gestito da operatori non qualificati (privati, cooperative), quindi a carico delle famiglie, come se di questi tempi fosse facile arrivare a fine mese!
2. Se proprio non ci si può permettere di avere il bambino a casa alle 13 e se ci sarà una sufficiente richiesta da parte delle famiglie, allora ci sarà un doposcuola, gestito da operatori non qualificati (privati, cooperative), quindi a carico delle famiglie, come se di questi tempi fosse facile arrivare a fine mese!
oppure
3. Un secondo maestro (ma potrebbero essere anche più di uno) che copre le 16 ore: ma allora dove è il maestro unico???
Mi sembra abbastanza chiaro che MAESTRO UNICO e TEMPO PIENO non sono compatibili.
Mi sembra anche abbastanza chiaro il disegno che c'è sotto: smantellare la scuola pubblica per affidarne una cospicua parte ai privati. Se poi si aggiunge che c'è un disegno di legge (c.d. Aprea, dal nome della parlamentare che lo ha presentato) che darebbe la possibilità alle singole scuole, anche le primarie, di trasformarsi in fondazioni private con tanto di consiglio di amministrazione, ecco che il cerchio si chiude.
Ed ecco perchè ho deciso di partecipare SABATO 4 OTTOBRE 2008 (ore 15,30 in piazza Castello, Torino) alla manifestazione unitaria dei sindacati contro questa riforma. Bisogna essere tanti, tantissimi, per fermare questo scempio. Qui trovate il volantino della manifestazione. Da scaricare e diffondere a tutti!!!
Segnalo anche che oggi, 29 settembre, alle ore 17, in concomitanza con l'inizio della discussione alla Camera, ci sarà il presidio di genitori e insegnanti in piazza Castello, davanti alla Prefettura.
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Per approfondire:
La legge che ha istituito il tempo pieno: Legge 820/71
Il testo del DL 137/08 con le prime modifiche apportate dalla VII commissione della Camera dei Deputati
Il sito del Manifesto dei 500, un'associazione di genitori e insegnanti
La proposta di legge Aprea con i commenti del sindacato CGIL Scuola
Un articolo molto interessante di Michele Serra
L'immagine è tratta da aprileonline.info
Grazie Fabrizio, il tuo intervento è molto chiaro.
RispondiEliminaLaura
Ti segnalo. Luca.
RispondiEliminaDiscorso di Piero Calamandrei in difesa della Scuola nazionale
Mercoledì 17 Settembre 2008 23:51
Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve
sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve
riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere
una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della
scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola
di partito. Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si
può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato.
Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate,
quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato
sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola
privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte
le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di
partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di
Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo,
indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre,
ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che
ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però
formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in
sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in
alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata
dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per
trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le
scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa
resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è
stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta
un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole
pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e
comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le
scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure
cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di
privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste
scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari
si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a
quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che
alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli
esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola
privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo
trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in
malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna
discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i
cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già
detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora.
Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la
sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la
serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli
minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle
scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole
private denaro pubblico"
Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della
Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950