lunedì 31 agosto 2009

Oggi ho voglia di piangere

Ago mi segnala questa lettera aperta di Giacomo Sferlazzo, cittadino di Lampedusa, pubblicata dall’edizione on-line di ‘Grandangolo’, giornale di Agrigento.

tratto da misna.org (Missionary International Service New Agency)

Oggi abbiamo saputo della morte di molte persone, persone che io non conoscevo personalmente, persone... non clandestini, persone... non criminali, oggi ho letto un articolo di un imprenditore, mio compaesano, che lodava Maroni perche ha risolto il problema dei “Clandestini” a Lampedusa. “L’immigrazione ci ha distrutto” dice il mio conterraneo, ma chi ha distrutto? Se ogni anno a Lampedusa si inaugurano due o tre attività nuove, a chi ha distrutto, gli imprenditori che fanno lavorare dodici ore i loro dipendenti senza alcun diritto sul lavoro? Come vi siete arricchiti? Siete sicuri di essere nel giusto? Oggi sono morte delle persone che non sappiamo da quali situazioni scappavano, oggi sono morte delle persone che non avevano niente, niente macchinoni, niente case con televisori al plasma e aria condizionata in ogni stanza, niente vestiti firmati, niente mangiare da buttare perchè siamo troppo pieni, niente arroganza da mostrare nelle feste. Ci diciamo cristiani, devoti della Madonna di Porto Salvo, ma non abbiamo neanche l’idea di cosa significhi essere Cristiani, e il nostro porto lo vorremo pieno di barconi da cui scendono donne con collane di perle e uomini con occhiali da trecento euro, i poveracci a casa loro, quelli che non portano soldi a casa loro.
Un ragazzo eritreo mi raccontò che un giorno andò a scuola, ritornando al suo villaggio trovò l’intero villaggio distrutto la sua famiglia sterminata, cosa avremmo fatto noi, se non impazzire, cosa avremmo fatto noi?
Noi che ci lamentiamo perchè abbiamo l’immagine rovinata dagli sbarchi dei clandestini?
Noi che l’egoismo ci ha divorato il cuore, che tutto è denaro, che tutto è potere.
Oggi mentre lavoravo qualcuno ha detto "perchè non stavano a casa loro"; io ho gridato, e vorrei gridare anche ora, e domani.
Oggi abbiamo lavorato e la gente ai tavoli la vedevi che stava bene, era in vacanza e questo mi fa piacere, ma mentre buttavamo la spazzatura vedevo tutti i resti del cibo, e pensavo a quei morti, e pensavo a quanto vicino siamo all’Africa, a quanto poco ci interessa del mondo. Ognuno a casa sua. Ma io voglio dire, il mondo non è di nessuno, il mondo è di tutti, se la nostra salvezza significa la morte di centinaia e centinaia di persone io non la chiamo salvezza, io la chiamo follia, egoismo, ignoranza, arroganza, presunzione.
Oggi ho più rabbia del solito, vorrei che domani si fermasse tutto, che a Lampedusa ci fosse lutto generale, che a Lampedusa, si mettesse come prima cosa la vita, che si ripensasse alla nostra vita, a dove vogliamo andare, a cosa intendiamo per sviluppo, per benessere, se riusciamo ancora ad amare disinteressatamente.
Oggi non sto bene, vorrei piangere, vorrei che il mondo si fermasse per un attimo, a chiedersi se questa è vita, se va bene così, e non credo affatto che noi non possiamo farci nulla. Forse potremmo cominciare a considerare il bene primario, gli uomini, ed avere più rispetto per i morti.

1 commento:

  1. Hai dimenticato un punto molto importante e che mi sta molto a cuore: l’escalation di omofobia, particolarmente intensa negli ultimi giorni.
    Ho postato un po’ di cose su facebook. Spero che facciano il loro effetto.
    Ciò che mi indigna di più in questa preoccupante vicenda, è l’assordante silenzio con il quale viene trattata.
    Addirittura gli “Amici di Lazzaro”, ai quali avevo chiesto una parola di solidarietà, mi hanno risposto così:
    “scusaci, ma non facciamo mai comunicati politici di nessun tipo, neanche sottoscriviamo appelli, perchè non siamo schierati politicamente,
    perchè poi vengono strumentalizzati dai partiti di ogni schieramento.”
    Che un gruppo di persone intelligenti come gli Amici di Lazzaro, considerino un gesto si solidarietà su questi temi, alla stregua di un “comunicato politico”… mi dà davvero da pensare. Allora dobbiamo anche evitare ogni pronunciamento contro lo sfruttamento della prostituzione, la violenza sulle donne e i bambini, l’immigrazione, la fame nel mondo… o siamo convinti che l’omofobia sia un’altra roba, meno importante e magari giustificabile? O ancora, abbiamo timore che in qualche sacrestia potente ci sia qualcuno che si incazzi?
    Scusa il malumore, che si aggiunge ad altro malumore. Mi attendo una parola forte.
    Ciao
    Massimo

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